Patrick, rimasto improvvisamente orfano, viene affidato alle cure di sua zia Mame, quanto mai poco abituata a relazionarsi con l’infanzia. Ma saranno proprio l’amabile eccentricità della zia ed il suo grande cuore a rivelarsi il filo conduttore della pellicola.
La signora mia zia (Auntie Mame) è un film del 1958 diretto da Morton DaCosta e tratto dal libro Zia Meme di Patrick Dennis. In America il libro riscosse un enorme successo mentre in Italia fu un disastro finanziario.
Questo film é divertente, ben fatto, ben interpretato e coinvolge fino in fondo.
È il classico film che consiglierei ad un parente o ad un amico. Nel 200 l’American Film Institute l’ha inserito al 94º posto della classifica delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi.

La personalità eccentrica e piccacante di Zia Meme vi farà letteralmente innamorare di lei, i costumi colorati e d’effetto vi faranno innamorare di ogni scena.
La scenografia é molto particolare, richiama molto il teatro (fate caso alla scena in cui Zia Meme sta sul monte Everest ì), con scenari dipinti.
La storia vi coinvolgerà fin dall’inizio: una storia toccante e commovente ma che non manca di colpi di scena.

Una pecca dal film é la durata: 143 minuti.
Io, amante del libro, ho amato ogni singola scena. Vi lascio con una frase di Zia Meme, una frase che ha segnato la storia:
Vivi, vivi, vivi! La vita è un banchetto ed i poveri scemi muoiono di fame…”
Zia Meme