Voglio parlarvi del cinema di Hitchcock Attraverso delle teorie femministe degli anni ‘80-‘90. Hitchcock é considerato una delle personalità più importanti della storia del cinema.
Partiamo subito con “The Women Who Knew Too Much”, con Tania Modleski.
Tania affronta il cinema di Hitchcock ribaltando per certi versi le conclusioni cui era prevenuta Murley (altra studiosa di cinema-gender, ve la consiglio vivamente) in Piacere Visivo, che aveva visto nel cinema del regista inglese la radicalizzazione delle dinemiche di gender del cinema classico.
Per Modleski, invece, il cinema di Hitchcock é segnato da dinamiche del desiderio ambigue (o almeno non monolitiche). In poche parole, la studiosa afferma che:
La violenza cui vengono sottoposte le donne é segno del loro potere e le strategie di contenimento del desiderio, messi in atto del cinema classico, in Hitchcock non funzionano e le donne rimangono sostanzialmente “resistenti all’assimiliazione in termini patriarcali”.
Modleski
Il cinema di Hitchcock, per farla semplice, mette in crisi nozioni di genere fisse in quanto attiva identificazioni mutevoli (lo spettatore maschile si identifica col femminile), abbandonando così le prerogative della forza e dell’autonomia Maschili. Per farvi un esempio: La finestra sul cortile.
Ci sono teorie differenti sul cinema di Hitchcock, ma tutte le teorie sono concordi su un punto: Hitchcock ha rinnovato non solo la trama del film, ma anche il rapporto spettatore-spettatrice-schermo.
Vi consiglio anche di approfondire “Gaze Theory”: studi sulla mascolinità.
Non perderti: